Come velista sono nato (tanto tempo fa…) in Versilia alla fine degli anni ’60 andando in barca con mio padre e mio fratello maggiore… su un plasticone verde: ‘Ramona’, FJ 125 !!

Dagli anni ’60 al 23 e 24 giugno 2018, il salto non è stato breve: tornare in quel mare dove uscivo in barca praticamente tutti i giorni (prima l’FJ-125, poi la S, quindi il 470, il Vaurien, il 420) , da Giugno ad Ottobre, è stato veramente emozionante… ma non è tutto qui!
Un salto in dietro di qualche anno quando nel 2011 riuscivo a contagiare Filippo, il primogenito della mia compagna che cominciava scuola vela al nostro circolo: il Circolo Nautico del Mugello (CNM) .

Al CNM (primi anni 2000) la malattia della vela mi ha ripreso quando ero orami ‘diversamente giovane’ e diversamente acciaccato, con un 470 che però oramai da 6 anni ho dovuto mettere in garage.
All’epoca ero ridotto ad andare al circolo solo per prendere Filippo e Pietro dopo la scuola vela o dopo qualche regatina.
E’ lì in una di quelle occasioni, che a fine 2017/primi 2018 mi sono fermato a guardare con un po’ di attenzione la prima barca sociale della Classe FJ che vedevo in vita mia (quella di Silvia -la nostra delegata di zona- e Leonardo).
Ricordo bene che in quell’occasione mi si è aperto un mondo nuovo che ha rimesso in moto il tarlo della vela (mai perso ma solo sopito dalle esigenze mediche).
Qualcosa mi si è rotto (o riparato) dentro.
Ho cominciato a sgomitare, immaginare, sognare, sino a che -all’ultima regata Nazionale proprio al CNM- ho consegnato al Segretario di classe FJ una richiesta formale per concorrere alla assegnazione di una barca sociale.
Il passo successivo ovvero quello che mi ha portato ad incontrare la seconda barca sociale della classe FJ mai vista in vita mia è stato incredibilmente breve!
Ma andiamo con ordine.
Dopo aver consegnato la lettera ho riparlato con il segretario di classe e con la delegata di 2° zona che molto generosamente verso di me e verso la famiglia FJ ha acquistato la 1° barca sociale in questione dando modo alla classe stessa di poter cercare un’altra barca sociale.
Devo aprire un inciso.
Ricordo che parlando con Silvia Pellicci e Lenardo Ceccherini ma anche con Giovanni Moroni, Paolo Battagli e Alfredo Diamanti (parte della squadra FJ del CNM) ho avuto chiaro immediatamente che questo era pane per i miei denti (e per quelli di Filippo).
Ma dove la trovi una classe che per fare proselitismo mette a disposizione una barca (sociale) competitiva chiedendoti solo di farci un po’ di regate (che è proprio quello che desidera un appassionato di vela!!)?
Ho trovato estremamente intelligente questo racconto fattomi dai sopra citati amici del CNM ed è stato questo un motivo potentissimo di attrazione.
E’ così che ho cominciato a spiare (spione d’un quttroessettantista!) il sito della classe, a scrivere, ad informarmi… ad innamorami della cosa.
Complimenti a chi ha pensato e/o realizzato questa ‘politica’ che spero resti anzi si potenzi il più possibile.
Così quando Sante mi ha chiamato per dirmi che poteva esserci un’altra barca sociale che ci poteva essere affidata, ricordo di aver provato la stessa sensazione che provai quando ebbi la mia prima vera barca da regata (un Alpa S che si chiamava Titicaca come tutte le altre barche di oltre 4 metri e mezzo su cui ho regatato).

I giorni prima di venire a Marina di Pietrasanta dove sapevo avrei visto la seconda barca sociale della mia vita pensavo già di replicare il nome Titicaca anche su questo FJ-Poletto… ma la vista (in foto di questa barca ITA-3817,con il suo nome sul fianco ‘Psicopatika’ mi ha permesso -come da titolo di questo breve resoconto- di riprendere e continuare la storia della vela iniziandola con una barca diversa, con un nome nuovo che non cambierò più!
Psicopatika ci è piaciuta subito (a me ed a Filippo, ma anche al resto dell’allegra famigliola)!!
Come non ringraziare il proprietario per averla tenuta così bene? … ma che dico ‘perfettamente’?
Sinceramente l’emozione nel vederla, toccarla, montarla, capirne l’essenziale, è stata tantissima, ma niente in confronto a quello che ho provato nel metterci il c… sopra ed a farci 4 bordi tra quelle onde che mi sono sembrate proprio le stesse di 40 anni prima (ca… volo ma sono sempre quelle??!!) in quello scenario abbastanza unico (vedi Pippo?!… non è frequente andare per mare a pochi chilometri da una catena montuosa fatta di Alpi [Apuane])!!
In sintesi su Psicopatika mi sono sentito subito ‘a casa’.
Mi capirete quando scrivo che tante volte su tante barche alla prima ci si sente come ‘estranei’ al mezzo che cavalchiamo, non certo come una cosa sola: questa volta non è stato così, e stato come se il gap di 4 decenni avesse trovato una logica, quasi scontata, soluzione di continuo in questa barchetta!!

Lo so che per cercare di stare in contatto con il gruppo di testa dovremo lavorare parecchio, Pippo . . .
Ma sarà proprio questo il bello e ancor più bello sarà farlo in una doppia dimensione ove la prima travasi nella seconda (il gruppo al CNM farà incursione in quello Nazionale) proprio come una famiglia allargata come non mi è riuscito fare in altra dimensione ancora della vita…
Ma questa è un’altra storia, ora è cominciata quella della CLASSE FJ.
A presto incontrarvi e scontrarmi (spero solo metaforicamente… riprenderò un po’ la mano specie nelle vicinanze delle belle signore in legno) felice di imparare sempre qualcosa di nuovo e di più insieme al ‘mio’ giovane prodiere che mi sembra abbia almeno altrettanto desiderio del mio.
Marco Lombardi altrimenti detto anche il ‘Cappellaio Matto’ (1)

Bibliografia
- Sante Marino. Liberamente tratto (al Bilancino) da Lewis Carroll, in Alice nel Paese delle Meraviglie.