Storia del primo FLYING JUNIOR costruito da Erasmo
I-769 Sandokan

tratto da: “ERASMO SILENZI Imbarcazioni da Regata”
<<Era il 1962 e si iniziavano a vedere i primi FLYING JUNIOR “arancioni” costruiti dall’ALPA e venne alla Lega Navale di Porto S.Giorgio il primo Galetti acquistato da P.Valentini.
Sotto le mie pressioni Erasmo decise così di costruire il primo FJ.
Con l’interessamento di Dino Anfosso , segretario della classe FJ dell’epoca vennero acquisiti i piani di costruzione direttamente dall’Olanda. Si iniziò col costruire lo stampo in legno su cui doveva essere costruito lo scafo e vennero fatte delle dime di controllo in compensato.
Venendo dall’esperienza dei Dinghy costruiti con centine in acacia da 20mm e fasciame in cedro da 8mm , Erasmo guardava con scetticismo ad una costruzione in solo lamellare solo incollato, quindi preferì tenersi al sicuro.
Costruì un guscio con 4 strati di tranciato di mogano, dello spessore di 9 mm totali.
Poi l’allestimento interno venne fatto con doppio fondo completo. Per maggior sicurezza i due banchi laterali vennero rinforzati con centine di olmo e rivestiti con tre strati di tranciato di mogano.

Coperta rinforzata con bagli scatolati, specchio di poppa in compensato marino di elevato spessore, senza aperture.
Coperta in mogano con inserti in acero.
Risultato finale : uno scafo bello, di robustezza assoluta ma del peso superiore a 110 kg, senza attrezzature. Una vera corazzata!

Con queste caratteristiche la barca non era molto competitiva, salvo che con condizioni di vento e di mare estreme.
Finita l’Estate Erasmo rimise mani alla barca. Tolse tutti gli interni: coperta, banchi, doppio fondo e li ricostruì senza centinature. Inoltre venne aperto lo specchio di poppa.
Dopo queste modifiche la barca arrivò al peso di 90Kg circa comprese le attrezzature.

I-769 è stata una gran barca, penalizzata con venti leggeri, ma insuperabile con vento forte e con mare mosso. Lo scafo particolarmente robusto ha resistito a qualsiasi avversità.
Da notare che all’epoca si usava Albero, Boma, Tangone e Barra in legno; timone a pala mobile e non era previsto lo Spinnaker.

Venne venduta 4 anni dopo, ma se ne è sentito parlare fino alla fine degli anni ’90.>>
Luigi Silenzi
ma quanti ricordi!
prima regatavo con gli Arancioni della Stamura dove c’erano anche due FJ con numeri velici mitici: il 239 e il 240
nel 1974 – 1975 sempre alla SEF Stamura con l’ FJ I-1648 Hoki Toki e poi dal 1976 con I-3371 Zot.
Quante battaglie … Alusik, Bibo, Archiabo’ Signor Maligno I 1970 , Zanzara, Federico Cellini, Castellucci, Giovanni Stecconi, Massaceso, Paniccia, la Mazzaferro e tanti altri … una vita fa.
Ho lottato più di una volta con Brunello e il suo FJ era veramente duro batterlo e solo con il vento forte era un po’ più facile. Dal 68 al 72/74 ha vinto tanto lui era forte e la barca con poco vento volava. Noi, io , Felice e Nino Lacerra , i ragazzi di Porto S Giorgio Bunni Pavani e altri abbiamo spesso masticato amaro perché vinceva e con un distacco non da poco Poi c erano i FJ di Erasmo il 1717 con lo spy nero Che bei tempi !!!! Cerco ancora il mio Galetti 2025 col quale ho vinto una Ceriana correvo in casa e per tre volte la Coppa Petrucci alla Stamura di Ancona era una coppa gigantesca sembrava la Champion
Grazie dei ricordi che mi hai fatto vivere
Walter
Grazie del tuo contributo Walter
quelli si che erano anni d’oro!!!Oggi la vela italiana è andata in malora,non si regata più con nulla.
Ho avuto la fortuna di veleggiare nel periodo, 1970-1974 , un’epoca magnifica per le derive in legno. In quel periodo , nella IX Zona FIV, Marche ed Abruzzo, ad ogni regata c’erano una sessantina di barche, FD, Strale, FJ, Vorien e i famosi FJ arancioni, solo quest’ultimi in vetroresina. Poi sono arrivati i 470… addio mogano. Correvo con un FJ del Club Vela di Civitanova, Alusik, n. v. 1851, costruito da Bruno Biscotti col quale aveva vinto innumerevoli regate.
Sarei molto grato se qualcuno mi desse notizie di quella barca, ho bellissimi ricordi, mi piacerebbe comprarla, se esiste ancora.
un caro saluto a tutti
Aldo Scortichini.
era un autocostruito?
La devo contraddire,negli anni 70 ,in vetroresina vi erano i primi Nautivela e i primi Clipper,di Arma di Taggia ,che erano delle valide alternative ai Galetti di compensato marino.Ho visto diversi Nautivela regatare alla pari dei Galetti ed addirittura superarli,I Clipper sono stati pure campioni nazionali e mondiali.Ci sono stati pure degli Alpa ,modello regata ,che hanno vinto i campionati Italiani con Isemburg ,ed i fratelli Bolens.Erano scafi più leggeri dell’Alpa tradizionale uso scuola ,però molto delicati.Un giorno a Genova in occasione della fiera nautica ,conobbi Maurizio Bolens,ed alla domanda se avesse regatato con i Galetti ,mi rispose in Genovese: “Belin!!! Magari avessi avuto u Galetti!!! Andavano da soli.”